A Livorno il 16 Dicembre alle ore 18 al Bar del Mercato delle Vettovaglie, la presentazione dell’ultimo libro di Luca Falorni, “Abituali. 21 (più uno) racconti da bar” (Felici Editore) : finalmente quindi dentro un bar si parla di un libro che vede tutte le sue storie ambientate nel medesimo luogo. Condurrà l’incontro con l'autore Michela Rossi dell'Associazione Qulture .
Nelle storie del libro vive un’umanità che passa, si siede, si svacca, si alcolizza tra i banconi e le sedie dei bar, un’umanità sperduta e abbandonata da luoghi migliori, che non può non rifugiarsi in posti per definizione tanto apparentemente ospitali, quanto provvisori. Ma non sono più i rifiutati, i marginali, gli emarginati alla deriva di tanta letteratura da Zola a Bukowski : siamo solo noi, in questo mondo che ha deciso di non offrirci niente di meglio che il precario asilo di una luce soffusa o bianca, il tempo che si può rimanere nel “cielo dei bar.”
A Livorno, Bar Del Mercato Centrale delle Vettovaglie (ingresso principale) in Via Buontalenti - venerdì 16 Dicembre – ore 18.
(il venerdì sera però l'unico ingresso aperto del Mercato è quello degli Scali Bettarini, sui Fossi)
Dicono di “Abituali”
Falorni è un vero e proprio maestro nel creare e descrivere atmosfere. Alcune volte, la scrittura assume un piglio cinematografico (l’autore è stato infatti anche aiuto regista ed è un bravo videomaker) nella descrizione degli ambienti, nello spostarsi sapientemente dal dentro al fuori o viceversa, nel saper alternare, come sulla scena di un teatro, le apparizioni e le battute dei personaggi.
(Paolo Lago, Codice Rosso)
I racconti più convincenti di Abituali sono quelli dove malinconia, attesa e riflessione sono più presenti e pervasivi. Ci sono momenti di attesa (“Aspettando. L’attesa fortifica, è la virtù dei forti”, è l’incipit del libro), momenti di tristezza e momenti meditativi, con inserti di brevi monologhi interiori, e c’è un’atmosfera sospesa, spesso malinconica, come nel celebre quadro “I nottambuli” di Edward Hopper
(Marc Tibaldi, Carmilla on line)
Un affresco con il suo immaginario ironico, a volte sarcastico, supportato da una scrittura sincopata e martellante, sonora e giocosa, non senza una vena di malinconia
(Antonio Celano, La Nazione)
Fosse un romanzo, vi darei qualche cenno sulla trama, senza svelarla per intero. Ma qui sono 21+1=22 racconti, che vi posso dire? Che sono vicende ambientate in dei bar, che ci sono belle storie con qualche colpo di scena molto ben concepito, e che, sì, qualcosa di originale c’è, davvero. Troverete alcuni vocaboli in vernacolo livornese [...] e anche alcuni refusi e piccole imprecisioni qua e là: in questo caso non considerateli un difetto, bensì indice di genuina artigianalità culturale, contrapposta alla asettica pseudoletteratura industriale
(A. C. Whistle, Kulturjam)